Immaginatevi in un posto affascinante, pieno di cose che vi attraggono e che stuzzicano la vostra voglia di scoprire, toccare, esplorare nei particolari... immaginate anche però, che non potete fare niente di tutto ciò perché siete all’interno di una gabbia: il box.  Peccato! 

Nessun divertimento e nessuna nuova esperienza per voi! Ecco, questo è il limite dei box per bambini (non a caso la traduzione dall’inglese è “scatola”!).  

Solitamente il box viene utilizzato proprio nel periodo in cui il bambino inizia a muoversi da solo nell’ambiente, fase di importante arricchimento non solo per alcune acquisizioni motorie (primi spostamenti orizzontali autonomi a terra, prime esperienze verticali in ginocchio/in piedi) ma anche per la maturazione dello sviluppo cognitivo (curiosità, interesse, desiderio di arrivare a gratificazione, conoscenza dei propri limiti e possibilità).

L’esperienza nell’ambiente circostante è quindi un fattore che, insieme alle caratteristiche individuali del bambino, influenza la qualità del suo sviluppo psicomotorio globale. Per questo il box è considerato dagli specialisti dello sviluppo del bambino una sorta di “gabbia” che preclude esperienze e non rispetta i suoi bisogni evolutivi, tra cui anche prepararsi alla statica eretta e alla deambulazione autonoma.

Il box infatti:
•    offre uno spazio troppo ristretto per allenare il gattonamento o altre modalità di spostamento a terra;
•    induce una verticalizzazione precoce (e precaria) in quanto il bambino - incuriosito da ciò che si trova al di là del box - inizia a tirarsi in piedi sfruttando la forza delle braccia attaccate alla rete e non i muscoli delle gambe e del bacino;
•    costituisce un appiglio instabile (la rete) per esercitare i primi passetti laterali;
•    limita l’esplorazione e la conoscenza ambientale (importante per i motivi già citati).

D’altra parte, dietro l’uso del box vi sono talvolta anche motivi legati alla sicurezza e per molti genitori (e anche per i nonni!) risulta comodo quando si trovano soli in casa e ci sono faccende da sbrigare. In questo senso, brevi periodi di utilizzo in determinate occasioni, non recano danni né creano rischi per lo sviluppo psicomotorio; il suo uso diventa invece limitante quando rappresenta una situazione di gioco abituale e viene impiegato per tempi lunghi. Tuttavia, risulta anche eccessivo e poco economico consigliare l’acquisto di un box per essere utilizzato solo in questi pochi momenti selezionati. L’offerta commerciale ne offre di tanti tipi e i prezzi non sono indifferenti… c’è quindi da riflettere bene sull’effettiva necessità e sull’uso che (eventualmente) ne verrà fatto.

Se vi chiedete se il box è un’attrezzatura utile per aiutare lo sviluppo psicomotorio del vostro bambino solo perché in commercio si trovano tanti modelli, allora la risposta è no. Per offrire l’opportunità di giocare ed organizzare gli spostamenti a terra liberamente è infatti più utile - e più che sufficiente - organizzare in casa uno spazio sicuro per terra (su un tappeto o una coperta) già intorno al 5°-6° mese di vita (per approfondimenti sull’importanza del gioco da sdraiato clicca qui).

Se invece l’acquisto viene guidato da questioni legate alla sicurezza va valutato che, quando il bambino diventerà un vero “esploratore”, sarà importante adattare gli spazi a sua misura (soprattutto le altezze) attuando comunque alcune misure di sicurezza per la prevenzione degli incidenti domestici, e che se desiderate farvi una doccia con un po’ più di calma e siete da soli,  il passeggino può essere una buona soluzione per tenere temporaneamente il bambino vicino al sicuro.

Dr.ssa Cristina Taddei, Fisioterapista Area Pediatrica, Insegnante Massaggio Infantile AIMI
cristinataddei.wordpress.com

 

Ritratto di Cristina Taddei

Posted by Cristina Taddei