Lo svezzamento è un’arte: passare dall’alimentazione a base di latte a quella complementare è un percorso importante e delicato per la strutturazione del giovane adulto di domani.

E’ il momento del passaggio al cucchiaino, all’introduzione di alimenti solidi e di sapori nuovi, che devono rispettare tutti sia l’immaturità intestinale del piccolo nell’ottica della prevenzione delle malattie autoimmuni, sia la naturale e fisiologica diffidenza del bambino nei confronti della novità. 

Per questo è un’arte: non bisogna avere fretta.

Ci sono bambini che rifiutano una categoria di cibi per cautelarsi dalla novità. Il loro rifiuto diventa un problema, però, solo se voi genitori decidete di farlo diventare tale.
Non fatevi perciò prendere dall’ansia e provate ad accettare che vostro figlio per qualche tempo non gradisca la verdura; evitate di dirlo davanti a lui, anche se pensate non possa capirvi, in modo da non assegnargli un’etichetta (“lui non mangia verdura”) al quale lui, ben volentieri, si attaccherà saldamente non appena sarà capace di portare avanti le sue convinzioni.
Non cadete nemmeno nella tentazione di elogiarlo se mangia la verdura o, meno che mai, di tentare di convincerlo; limitatevi piuttosto a rispettare i suoi gusti che cambieranno più velocemente di quanto possiate immaginare. 

Portare “una cosa buona” a vostro figlio al ritorno da un’assenza significa insegnargli che la risposta al disagio che lui prova quando voi non ci siete è il cibo. Comprare un cibo preferito perché vostro figlio è stato “buono”, significa insegnargli che il cibo è un premio.

Promettere a vostro figlio che se mangerà la verdura avrà in premio la cioccolata, è come dirgli “hai ragione, la verdura non è gradevole, perciò per fartela mangiare, io ti darò qualcosa di molto buono”, in altre parole, così facendo vostro figlio non imparerà mai ad apprezzare realmente un piatto di verdure.

Partiamo da un presupposto: VOSTRO FIGLIO IMPARERA’ A MANGIARE, ma se rispetterete i suoi tempi, potrà sperimentare anche un rapporto sereno con il cibo.

Già le risposte ai primi pianti del lattante permettono l’instaurarsi di un buon rapporto con il cibo: se gli offrite subito il latte, state insegnando che la risposta al disagio per il quale il bambino ha iniziato a piangere ha un’unica soluzione: il cibo. Questo potrà essere anche vero qualche volta, ma non è certo il principale motivo per il quale vostro figlio piangerà.

Offrire sempre il cibo ad ogni segnale di interazione di vostro figlio può generare confusione in quanto il bambino alla lunga non riuscirà più a distinguere i suoi bisogni fisiologici legati alla fame e alla sazietà, dai desideri emotivi. Hilde Brunch, nota psichiatra americana di origine tedesca, ha scritto infatti che quando il cibo viene offerto:

  • come “consolazione universale”, indipendentemente dai motivi reali di malessere del bambino,
  • oppure come premio per avere fatto il “bravo”,
  • o se viene proibito per castigo

il bambino crescerà con idee confuse e sarà incapace di distinguere tra i suoi bisogni fisiologici ed emotivi.

Dare una corretta risposta emotiva alle esigenze di vostro figlio, senza ridurre tutto al concetto semplicistico di fame, è il primo passo verso un attaccamento sicuro del piccolo e un conseguente equilibrio nei confronti del cibo e del suo valore gratificante.

 

 

Referenze:

-       Benoit D– Feeding disorders, failure to thrive, and obesity all’interno di Handbook of Infant Mental health. (2000)  New York-London: Guilford Press 339-352

-       Bowlby J – Attachment and loss: Volume I – (1969) Basic Book Inc

-       Brunch H - Eating Disoders, obesity, anorexia nervosa and the person within. (1973) New York: Basic Books

-       Cummins AG1, Thompson FM. Postnatal changes in mucosal immune response: a physiological perspective of breast feeding and weaning. Immunol Cell Biol. 1997 Oct;75(5):419-29.

-      Jesper Juul – Your Competent Child: Toward A New Paradigm In Parenting And Education (2001) Balboa Press

 

immagine di copertina da huffingtonpost.co.uk

 

 

Ritratto di Monica Cimino

Posted by Monica Cimino

La Dott.ssa Monica Cimino è Nutrizionista, Specialista in Scienza dell'Alimentazione, Dottore di Ricerca in Biologia Cellulare e Molecolare.
Laureata in Scienze Biologiche cum laude presso l’Università degli Studi di Napoli nel 2000, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biologia Cellulare e Molecolare presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata nel 2003, ha frequentato il Corso di perfezionamento in Alimentazione e Prodotti Nutraceutici presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II.
Ha inoltre conseguito la specializzazione in Scienza dell'Alimentazione cum laude et plauso presso la Seconda Università di Napoli SUN, dove svolge attività di ricerca nel dipartimento di Psichiatria nel campo della neurobiologia del comportamento alimentare e dei disturbi Alimentari.
Esperta di obesità infantile e disturbi alimentari svolge la sua attività a Napoli.
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