Se non fosse stato per le iniezioni di eparina, chissà se adesso avrei i miei due bambini.
La mia storia e qualche informazione, per tutte quelle che debbono combattere con l'abortività e magari con l'infertilità.

Ogni volta che sui nostri forum c’è qualche gravida o aspirante gravida che interroga le altre su problemi di abortività o infertilità legati, forse, a problemi di autoimmunità e/o di coagulazione, io tento risposte appassionate, frutto di mille ricerche sul tema e della mia personale, concreta, esperienza.

Posso infatti dire che, se io non avessi indagato in questa direzione, i miei due, probabilmente, non sarebbero nati.
Le mie terza e quinta ICSI, quest’ultima fatta con transfer di due blastocisti sane, finirono amaramente in gravidanze biochimiche, ebbi cioè una serie di beta positive in crescita e basta, tutto finì lì, prima che un ecografo potesse rilevare alcunché.
Ero fortemente disillusa e temevo che mai un bambino vero, e non un foglio con un illusorio numero di beta, avrebbe travolto le mie giornate.

Ma, come si dice, il caso volle, che una dottoressa illuminata e in sintonia, in questo, con gli ambienti anglosassoni dell’infertilità, capitasse sul mio cammino e, convinta che quella fosse la chiave, mi facesse fare, in un centro specializzato, le analisi per gli autoanticorpi e per i fattori di coagulazione che più incidono sulla fertilità femminile e sulla gravidanza.
Priva di speranze com’ero, non pensavo che quella potesse davvero essere la mia strada.

E invece…ricordo ancora la gioia, incomprensibile a chi non cerca spasmodicamente una gravidanza, di quando ritirai i risultati, patologici, di quelle analisi: Anticorpi Anticardiolipina fortemente positivi, LAC (Lupus Anticoagulans) dubbio e presenza della mutazione MTHFR nella forma omozigote, la peggiore.
Insomma, ero contenta di avere una malattia! Solo le cicognine possono capire…

Era infatti la malattia che mi ridava la speranza di diventare mamma.
Affrontai quindi la sesta ICSI con un’arma in più, l’eparina, un fluidificante del sangue.
Ma, ci si può chiedere, cosa c’entrano gli autoanticorpi, cioè anticorpi impazziti che combattono contro il corpo che li ospita, con la fluidificazione del sangue?

Una breve spiegazione urge, a questo punto.
Ci sono molti tipi di autoanticorpi che creano problemi di abortività e infertilità, ci sono gli anticorpi antinucleo, gli anticorpi antimuscololiscio, ci sono le cellule Natural Killer e molti altri. E qui siamo nel campo dell’indagine immunologia stretta.
Con gli Anticardiolipina e con il LAC invece, si incrociano il problema autoimmunitario e quello coagulatorio.

Gli ACA infatti e, a maggior ragione gli APA, cioè l’unione di ACA e LAC che diventa Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi, combattono il prodotto del concepimento creando microtrombi a livello uterino che impediscono il corretto nutrimento dell’embrione prima e del feto poi; la loro nefasta azione è infatti vivacissima nelle primissime settimane, dall’impianto in poi, gravidanze biochimiche e aborti precoci, o, così mi riferirono i medici che mi seguivano in gravidanza, intorno alla venticinquesima settimana di gestazione causando parti gravemente prematuri o conseguenze davvero molto tristi.

E’ quindi fondamentale, se si sono avuti problemi del genere, fare uno screening anticorpale e concentrarsi sulla ricerca di tali maligni ospiti.
A mio parere non medico, ma di paziente dei centri infertilità, anche chi è costretta a ricorrere alla fecondazione assistita per tentare di diventare mamma, pur non avendo una storia di abortività, per evitare appunto di aggiungere altre esperienze negative a quella già brutta dell’infertilità, dovrebbe fare lo stesso screening.

Scrivo questo proprio per averlo vissuto su di me.
Infatti, alla icsi fatta col supporto delle iniezioni quotidiane di eparina, dosata in base al mio peso, sono riuscita a portare ad un ottimo punto la mia gravidanza gemellare.
Però, mi dico, se qualcuno avesse pensato, prima di arrivare a 6 icsi, di prescrivermi quelle analisi che sono state la mia salvezza, forse mi sarei risparmiata varie dosi di ormoni, qualche pick up e molta sofferenza.

Per fortuna però, frequentando l’ambiente, virtuale e non, dell’infertilità, mi accorgo che un numero sempre più alto di centri e di medici prescrive di routine lo screening anticorpale e dei problemi coagulatori alle pazienti che si preparano alla pma.
Ci sono poi addirittura medici che, come in alcuni centri degli USA, prescrivono le cure del caso, o la cardioaspirina, o l’eparina e/o il cortisone, in modo routinario, semplicemente per favorire l’attecchimento.
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