DSA: paure e soluzioni

Un mondo ancora tutto da esplorare quello dei DSA, ossia i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Una realtà che spesso fa paura a chi non la conosce, soprattutto paralizza alcuni genitori che non sanno come affrontare la situazione.

I loro figli, in fondo, sono normalissimi. Ma quell’etichetta “DSA” intimorisce come la sigla di una malattia. I tempi stanno cambiando. Non si sa se la scuola è matura per accettare questa rivoluzione, ma i genitori lo devono essere.
La cosa positiva è che il DSA non è una malattia. Gli esperti parlano di “sviluppo neurologico atipico”, ma anche questa definizione finisce per spaventare. Noi preferiamo descriverlo come una diversa modalità di apprendimento. 
 
È proprio così: i bambini con DSA apprendono diversamente dagli altri, hanno delle caratteristiche che non gli permettono di assimilare le informazioni nello stesso modo con cui le recepiscono i loro coetanei. Se si affronta la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia come diversità ecco che tutto appare più semplice. Un punto va chiarito subito: non c’è alcun disturbo o ritardo cognitivo. Se seguiti nella maniera giusta i ragazzi e le ragazze con DSA possono condurre una vita pari a quella degli altri, possono studiare a scuola, frequentare l’università, laurearsi e trovare uno splendido lavoro.
 
È per questo motivo che il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha approvato la legge 170/2010, entrata in vigore nell’ottobre 2010.
Questa legge riconosce per la prima volta ufficialmente i disturbi specifici dell’apprendimento e garantisce il diritto allo studio a tutti gli alunni e le alunne con queste difficoltà attraverso percorsi individualizzati che la scuola e gli insegnanti devono obbligatoriamente attivare. Significa un grande passo avanti.
In passato chi presentava difficoltà a scuola veniva presto emarginato. Non poteva avere l’insegnante di sostegno perché non aveva alcun disturbo cognitivo. Ma finiva comunque per rimanere indietro rispetto ai compagni.
 
Disturbi dell'apprendimento - DSA
 
Non comprendendo la problematicità della situazione i docenti pensavano fossero solo studenti svogliati, pigri, disinteressati. Oggi sappiamo qualcosa in più. Ciò non significa che tutti coloro che non studiano siano DSA. Il disturbo va certificato da strutture specifiche tramite test accurati. Genitori e insegnanti possono individuare precocemente il disturbo tenendo conto di alcuni “predittori”, in particolare difficoltà nel linguaggio e nella scrittura.
 
Il MIUR ha anche stilato, nel luglio 2011, delle Linee Guida per il diritto allo studio  rivolte sia agli insegnanti che ai genitori, proprio per sostenerli nel loro impegno con i bambini e le bambine con DSA. Gli insegnanti sono tenuti a usare misure dispensative e strumenti compensativi per facilitare lo studio dei soggetti in difficoltà; con le nuove leggi, inoltre, potranno usufruire di tali supporti anche coloro che partono “svantaggiati” perché provengono da un ambiente sociale, economico e culturale carente o che hanno subito un trauma o un lutto.
In tal modo si prospetta una rivoluzione nella scuola: classi eterogenee in cui ogni studente può raggiungere il successo scolastico grazie a un percorso di studio individualizzato, ognuno può ricevere un aiuto per migliorare e potenziare il suo personalissimo processo di apprendimento.
 
Dunque la domanda di molti genitori è: cosa si può fare concretamente per aiutare i nostri figli con DSA senza creare in loro frustrazione?
Tutti i bambini sono diversi tra loro. Così come tutti gli adulti. Insegnare il concetto di diversità già può essere un ottimo inizio. Evidenziare le abilità dei bambini, a prescindere dal loro successo/insuccesso scolastico, può aiutarli a comprendere che ognuno è capace a fare qualcosa e non necessariamente tutti devono saper fare tutto in modo eccellente.
Bisogna dotarsi di buona volontà e responsabilità, per fare al meglio secondo le proprie possibilità. Questo può ridurre il rischio di discriminazione e quel senso di inferiorità che molti DSA avvertono nel confronto con gli altri.
Regola n. 1: i genitori devono essere i primi a considerare il loro figlio come “diverso” e non come “malato”. Modificato l’atteggiamento dei genitori si può procedere con il cambiare anche il comportamento. Sono stati sviluppati molti software (gratuiti o a pagamento) per potenziare e sostenere l’apprendimento dei ragazzi con DSA.
Si tratta di programmi scaricabili online o acquistabili nei negozi che vengono chiamati “strumenti compensativi”. Tra questi i più usati ed efficienti sono: la calcolatrice e le tabelle; la sintesi vocale, che permette di rendere un testo “ascoltabile” (eliminando la fatica della lettura) – in molti casi tale testo può essere anche elaborato, ossia ridotto o semplificato; software specifici per l’allenamento alla lettura; gli indici testuali e le mappe concettuali, che servono per facilitare l’organizzazione della lettura e della scrittura, per agevolare la comprensione di un testo/argomento e per migliorare l’esposizione (orale o scritta) di quanto studiato. 
 
Ma non è tutto: avere un buon metodo di studio è la chiave per il successo, non solo scolastico.
Tutti i soggetti in fase di crescita dovrebbero acquisirlo. Spesso viene sottovalutato il valore della scrittura, che anche a scuola non viene affrontata in modo adeguato. Imparare a scrivere, saper costruire un testo, sono elementi indispensabili per imparare ad apprendere e a spiegare quanto appreso. La capacità di scrittura permette di avere una buona abilità di organizzazione del testo (o di un discorso). Sapersi organizzare e sapersi esprimere sono fondamentali. Non solo per lo studio, ma anche per il lavoro.
Imparare a farlo da piccoli può avvantaggiarli per il futuro.
 
Articolo di Mariagiovanna Grifi, educatrice
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immagine tratta dal sito secondanavigazione.it
 

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